Padre Bochin

« Sorridere a tutto e a tutti per amore di Gesù »

Inizio > La vita di Elise > Testimonianze > Padre Bochin

Élise conobbe padre Jourdain Bochin perché una Suora domenicana le aveva parlato del terzo ordine di San Domenico. Padre Bochin era cappellano di una confraternita di malati annessa al terzo ordine. Giunse così a Mailly-le-Château dove incontrò Élise. Aveva un grande rispetto per lei fin dal primo giorno.

In una lettera a un’amica, Elise dice:

Questa mattina ho ricevuto tutte le “scartoffie” dalla direzione del Rosario, perché padre Bochin, direttore del pellegrinaggio e allo stesso tempo responsabile della mia Fraternità dei malati, vuole ancora avermi al pellegrinaggio! E io, che esito sempre a lasciare la mamma (se non sta bene in mia assenza) e soprattutto… se torno da lei ancora più stanca, dandole così ulteriore fatica… D’altra parte, più aspetterò, più difficile e rischioso sarà! Per lei come per me.

Non sapendo cosa decidere, chiederò consiglio al nostro medico, dato che siamo fortunati ad avere un medico praticante. Deve essere di buon consiglio… e deve essere molto veloce!

Elise ha molto apprezzato la delicatezza di padre Bochin, che non ha mai voluto interferire con la vita parrocchiale di Elise o interferire sul rapporto speciale tra lei e padre Générat.

Aiuterà, lui domenicano, me a diventare domenicana, ma rimarrò Elise; diciamo che aggiunge qualche colori alla tela.

Fu lui a comporre, dopo la morte di Elise, la bellissima prefazione, ricca di informazioni, alla prima edizione delle poesie di Elise (edizione completamente privata). In effetti, alla fine della sua vita Élise gli aveva affidato tutti i suoi manoscritti.

Prefazione alla prima edizione dei “Poesie e canti”

Il mio motto, dopo l’età di 13 anni, (credo): sorridere a tutto e a tutti per amore di Gesù. ” Questa frase, estratta da una pagina nella quale lei si presentava, con molta semplicità, ad una piccola fraternità domenicana che si occupava di malati che l’accolse, Elise Bisschop l’ha realizzata alla lettera fino al giorno molto recente in cui fu invitata ad “entrare nella gioia del suo Maestro”, il giovedì dell’Ottava di Pasqua, il 9 aprile 1964. Si spegneva all’ospedale di Auxerre dove il suo sorriso era sufficiente a distinguerla fra tutti i malati.

Si notava per quel sorriso che offriva a ciascuno in ogni giorno della sua vita che era pertanto ricca di prove. È così che l’abbiamo conosciuta ed è così che il suo ricordo resterà nei nostri cuori. Figlia di Dio attraverso il Battesimo, ebbe la grazia di riflettere agli occhi di ciascuno la gioia del Padre e di trasmettere sorridendo a tutti la sua fede, la sua vita cristiana, la sua Chiesa.

“Nella mia Parrocchia, ci confidava il suo Parroco, ha saputo rendere amabile la nostra religione!”

Solo una grazia particolare può spiegare un tale irraggiamento.

Nata a Trucy-sur-Yonne, nello Yonne, il 31 maggio 1925 “in una fattoria isolata, in mezzo ai boschi”, quadro natale a cui attribuisce lei stessa il suo amore per la campagna, Elise Bisschop conobbe da giovane la malattia: bronchite, che degenera in otite, complicazioni bronchiali e una mastoidite di cui fu operata. Arrivata a Mailly-le-Chateau, frequenta la scuola malgrado la sua asma e una dilatazione dei bronchi. Ciò la obbliga a rimanere in classe durante le ricreazioni d’inverno. Mai potrà correre… confida lei. A 12 anni, nel 1937, conseguì il suo diploma di studi primari e si classificò la prima della regione. A 14 anni una nuova operazione di mastoidite. Ma la guerra arriva con le sue restrizioni, le sue angosce, le sue umiliazioni.

Elise trova la sua gioia nell’occuparsi della J.A.C.F., del catechismo dei più piccoli, del teatro, dei canti (un giorno, il suo male le chiederà il sacrificio di non cantare più), dell’addobbo floreale della sua chiesa (Elise conserverà fino al suo ultimo letto di ospedale… la passione dei fiori!)

Gli anni passano. Nel 1951 Elise perde il suo amatissimo papà, invalido dopo la guerra del 1914, consumato dalle malattie e le preoccupazioni della vita. Da suo padre, artista pittore, ereditava l’amore per la natura, per i paesaggi, per le stagioni, il senso dell’armonia dei colori e questa sua anima contemplativa – diremmo volentieri francescana – che si estasia davanti alle più umili cose della creazione.

Ma dall’età di 13 anni, Elise si era scoperta un’anima lirica per cantare le creature: la neve, il vento, gli uccelli, i fiori. Uscite dalle mani di Dio le creature la innalzarono fino a Lui. Nell’intimità del suo Padre del cielo, Elise contemplerà, con la sua anima intuitiva ”i paesaggi interiori” che sono le “cose che vengono dall’alto” quei misteri di Dio, nascosti ai sapienti, ma accessibili agli umili e ai piccoli. Nella sua maturità, Elise aveva sempre conservato un’anima da bambino.

Nel gennaio del 1961, attraverso una Religiosa domenicana Missionaria nelle Campagne, Elise fece conoscenza dell’ordine di San Domenico e si legò ad una fraternità domenicana che si occupava di malati. Il suo amore appassionato della luce, il suo zelo par la verità, la sua vita interiore profonda e il suo senso apostolico così raffinato non potevano non sbocciare nella famiglia domenicana, che l’aiuterà a diffondere e ad approfondire di più la conoscenza della sua fede.

Le poesie e le canzoni che Elisa aveva composto dopo i 13 anni, e di cui essa stessa aveva fatto recentemente una catalogazione logica (i titoli delle prime tre parti di questa raccolta sono fatte da lei) contengono un messaggio di pace, di semplicità e di gioia. Perché nasconderlo più a lungo a coloro che l’hanno conosciuta e amata? Elise non ha cercato di fera un’opera letteraria, ma semplicemente di cantare, con il suo proprio canto, la “Buona Novella” che desiderava comunicare a tutti, e specialmente a coloro che penano e soffrono questo Vangelo della gioia, nel quale lei stessa ha vissuto durante tutta la sua vita di malata.

“La gioia è entrata nella mia anima
Con il bel segreto d’amare
E quando si addormenta in me la sua fiamma
Io sorrido per rianimarla”

Alla scuola del suo Signore ha appreso ad amare e a diffondere la gioia. Senza alcun dubbio è là il segreto della sua radiosità.

Fratel J. Bochin Ordine dei Predicatori, Digione, 2 luglio 1964
Festa di Nostra Signora della Visitazione… del sorriso e della gioia

Se non fosse stato per questa prefazione, molte informazioni su Élise non sarebbero state conosciute, prima di tutto il suo magnifico motto che ha colorato tutta la sua spiritualità.

Per leggere l’articolo precedente cliccare qui.