Don Girard

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Don Marcel Girard divenne parrocco di Mailly-le-Château nel 1959 e ne rimase fino al 1967. Molto disponibile e socievole, padre Marcel Girard ha conquistato rapidamente i cuori. Fece in canonica una piccola farmacia per le prime necessità, prestava la macchina, portava le persone per le loro necessità a destra ea sinistra.

Élise scrisse di lui in una lettera ad un amico:

Lato parrocchiale, le cose vanno molto meglio, ti puoi immaginare, perché sai ovviamente che abbiamo un nuovo parroco che questa volta è davvero, non solo molto gentile, ma molto pio, molto soprannaturale e, come sai, sono a queste ultime qualità che attribuisco il maggior valore. Inoltre, è molto amico di don Générat, il che sarebbe un motivo in più per darmi fiducia, se fosse necessario.

È ancora padre Girard che porta Mme Bisschop ad Auxerre per rendere visita a Élise in ospedale. Tre settimane prima di morire Élise scrive a padre Générat:

Penso a te. Per il momento ho un modo poco convenzionale di pregare. Ma credo di essere in uno stato di offerta e abbandono… Presto, il parrocco deve venire a ha preso con sé mamma.

Don Girard se ne accorse presto delle qualità di Elise. Da questo fatto, e contrariamente a ciò che chiedeva Elise, egli la lasciò libera di agire in parrocchia senza darle alcuna direttiva.

È lo stesso don Girard che, dopo la morte di Elise, scrive e dice intorno a sé a proposito di lei : “una santa di casa nostra”. Ne abbiamo la prova in una lettera scritta da lui stesso due settimane dopo la morte di Elise. Eccone il testo:

Don Marcel Girard – lettera del 30 aprile 1964

Mia carissima S.,

Ho procrastinato varie volte a scriverLe. Lei mi ha anticipato! Il seminarista G. doveva scriverLe per annunciarLe la morte di Elise. Poi, la signora B. mi ha chiesto il Suo indirizzo preciso. Si! gli eventi sono precipitati. Il dottor Roux, incapace di curare Elise, in camera dal 15 di ottobre, mi aveva chiesto di condurla all’ospedale di Auxerre per effettuare degli esami più approfonditi. Era verso il 15 di marzo. Lei doveva ritornare per le feste di Pasqua ma il suo stato si era aggravato. Ciò non fu possibile, e il 9, verso la fine del pomeriggio, spirò tra le braccia della sua mamma.

La costernazione, l’emozione, furono unanimi, parrocchiali e regionali. Don Générat celebrò l’ufficio e citò qualche estratto dalle sue lettre (lei gli scriveva abbastanza spesso perché lui la conosceva dall’età di 11 anni).

Aveva dato la sua vita per i fratelli… ! Il seminarista G. mi ha detto: porta in suo segreto con se… (suppongo questa vita «donata»).

Fra qualche tempo (qualche anno forse) penso che si farà un libretto: «Una Santa di casa nostra!»

Ho qualche scritto, ma è certamente don Générat che ha l’imbarazzo della scelta perché lui ne ha di più numerosi.

Le mando un articolo scritto dal parroco di Châtel-Censoir, tratto dal suo giornale parrocchiale. La ringrazio se potrà ritornarmelo fra qualche tempo.

Le do uno degli ultimi scritti di Elise, trovato in un piccolo quaderno che la sua mamma mi aveva affidato dopo la sua morte. Forse potrà farlo conoscere nei dintorni.

Molto rispettosamente, Suo, don Girard

La sentenza di padre Girard rimarrà impressa nella memoria dei parrocchiani, soprattutto nelle amiche di Élise, che l'hanno ricevuta a conferma della propria opinione. In effetti, tutte hanno conservato bene le lettere e gli oggetti ricevuti da lei.

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