09/05/2023
A causa delle **ristrette risorse** della casa, sopratutto in seguito alla morte di suo padre nel 1951, Elise cercherà di compiere qualche lavoro manuale da lei. Questi lavori dipendevano dall’offerta di lavoro locale. Si trattava in un primo tempo di assemblare delle **scope**. Non potendo continuare quel lavoro troppo faticoso, si mise a cucire dei **fazzoletti**. Elise non poté mai lavorare per troppe ore. Per questo **il guadagno fu modesto**. Lei così da sola, con sua madre, dopo che il fratello partì di casa. Vennero, di conseguenza, a sperimentare una certa **povertà**. La madre, Marie, soffrirà molto di questa situazione, lei che da giovane sposata, aveva conosciuto una vita agiata e cercava quindi di nascondere questo stato di cose ai vicini. Guidata e sostenuta dalla sua fede, Elise condurrà una vita semplice, tutta dedita **all’amore di Dio e delle persone**. Si occupò sopratutto del catechismo, del gruppo delle ragazze, del legame con le giovani famiglie. Assisteva alla **messa** tutti i giorni (non sarà così verso la fine della sua vita), recitava il **rosario**, faceva la **Via Crucis**. La popolazione del villaggio constatava la sua pietà, il suo buon cuore, il sorriso sempre presente. Elise sarà per tre volte madrina. La prima figlioccia era d’una famiglia povera del villaggio; la seconda era d’un villaggio accanto; la terza, la prima nipotina. La prima delle figliocce, Andrée R., fece questa testimonianza nel 2014: >Eravamo insieme ogni sabato pomeriggio. Andavo allora con la mia madrina a preparare la chiesa per la messa della domenica mattina, celebrata da don André Général, parrocco di Mailly. Poi, le domeniche, alla Messa, cantavamo nella cappella laterale. Facevamo insieme anche la Via Crucis. Per leggere l’articolo precedente cliccare [qui](https://elisebisschop.fr/it/yputh). Per leggere il prossimo articolo cliccare [qui](https://elisebisschop.fr/it/disease).